Luna libera

 

Per quale legale analogia
solo perché so in formule il tuo moto
dovrei pensarti schiava,
incatenata all'orbita,
e a questa, assimilare il mio cammino,
di attonito pastore rassegnato.


Per me sei  vagabonda smemorata,
che sempre in campo aperto s'avventura,
ma la terra da un fianco la richiama.
A questa luna  voglio somigliare,
a questa libertà che c'è in  natura,
che è quella di seguire principi primi,
mossi da profonde spinte.

Basta per l'amicizia




                              A mio papà


In un sentiero d' alta montagna
parlavamo con dei compagni di via,
e io sottovoce; perché usiamo il tu?
Vedi Daniele: basta per l'amicizia
un pezzo di strada insieme
e vedere quel che l'altro vede
e sentire quel che l'altro sente.
Sui 3 mila poi, un ghiaione, un nevaio, 
un passo, e già si diventa amici.
Bambino che ancora non sei nato
che Dio ti mandi un padre come il mio, 
nato col sogno di far felice il mondo.
Quando mi prendeva per mano
c'eravamo solo io e lui,
liberi dalla paura che risuona
tra ciò che è stato e ciò che sarà.
Io e lui e quella consueta 
ma sempre nuova via che si estende 
tra le valli ignorate del presente,
dove l'amore avvalora il mondo.
Con voce calma rispondeva 
a tutte le mie domande,
e intanto senza accorgermene 
mi ritrovavo indosso 
un mondo cucito su misura, 
e una grande voglia di viverci dentro.


Stupore




Debbo essere venuto al mondo 
affetto da inguaribile stupore
e naufrago rimasto sulla riva
ancora sono bagnato dall'ignoto,
da quel nero fondo prima d'esser nato
mare color d'ardesia incatramato.
E mi rallegra  il sole 
col verde, il rosso, il giallo,
l’azzurro ed il marrone, e la notte
col nero di bianco puntinato.
Nessun  programma per domani,
tanto deploro uno spettacolo sciupato,
e più rivedo il film, più mi consolo,
sono ripetente di un giorno solo.


Un ripetente, che dall’ultimo banco 
grida presente, in nome d'un mondo 
vivo che in altra vita evolve pellegrino.
Un naufrago che dalla sua riva
di colorato incanto invoca 
una breccia nella morta materia
di cui la vita nasce prigioniera 
e a cui infine si arrende.
Pietà, pietà signore,
di ogni sorpresa di ogni stupore, 
una breccia basta solo una breccia
e l'anima respira.

Giovanni da solo al bar




La tua figura nobile e minuta
la tua vocina in chiave di formica
ha attraversato le voci del bar
come una strada al momento giusto:
Per me un Calippo alla coca cola,
e se non c'è, al limone ".
D'incanto il traffico si e fermato,
come il Mar Rosso per lasciarti un varco:
la gente riconosce un vero capo:
uno che sa sempre quel che vuole
che prevede le varie eventuali
che traccia linee rette tra le cose
e, senza compiti in sospeso, scorre
libero ruscello nel letto del suo cuore.


Alla fine è stato trovato
l'ultimo Calippo dell'estate.

Fa' il punto




Alle pareti di questa taverna: alberi. 

Sul soffitto nuvole in viaggio e poi le stelle.
Raccolti intorno ad una tavola 
scambiamo cibi e pensieri.


Non ti mostrare stufo,
non deludere 
le stelle che ci guardano 
come l'ultima delle novità.


L'universo, fino all'ultima forchetta,
è apparecchiato per questa cena all'aperto 
e noi non sappiamo chi veramente
si nutre e pensa a questa mensa.


Così di faccia, la vita
è da mozzare il fiato.
Restringi la visuale
e ti assale la noia. 






Da prendere terra

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