Non volge a mezzogiorno ma è suo parente stretto quel ramo del lago di Como che si impegna a non essergli secondo, a giudicare dalla manifestazione alla quale abbiamo avuto il piacere di partecipare; un impegno che Laura Garavaglia porta avanti come per mano si porta avanti la propria creatura un po’ timida, appartata, solitaria, che si chiama “poesia“ e la si mostra al mondo.
E da ogni parte del mondo ha radunato poeti che ci hanno fatto partecipare, tramite le parole alla loro anima, ai loro sentimenti, sentimenti comuni a tutti i poeti preoccupati da un sopravvento tecnologico che umilia i moti dell’anima. Candidi, commossi, pudichi, hanno recitato le proprie poesie nella loro lingua .Una manifestazione elegante, ricca e semplice che rende degna Como di proporsi come città candidata a capitale italiana della cultura. (e.p.)
“Quale il rapporto che possa darsi tra cibo e parola? Che tutt’e due passano per la bocca? Che tutt’e due richiedono cure e attenzioni? (…) Leggere come mangiare è un invito al cambiamento interiore, alla corrispondenza tra lettera e verità. Aprire porte di dentro. Cercare la direzione, quale che sia, di un mutamento di sguardo.” (Giovanni Tesio)
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