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Spiriti, soli miei compagni incerti,
vien dal frantoio un suono casalingo
stride mobile il fuoco
segue il cane un suo misterioso
bizzarro pensiero infantile,
un impulso aereo, un giuoco
di Ariele e Calibano.
Muta la luna sparge velenoso
un incanto sottile
sopra i monti deserti:
per non morire, fingo
il tuo bel viso ed un respiro umano.


dicembre 1935


Così, ritrovato cielo,
fumo bianco di stelle,
via d’umane formiche
che un’ora sola fa belle,
monotono sole su biche,
paglia arida, capre,
rassegnata povertà,
voi siete il luogo nuovo
che in modo antico i giorni consuma,
tutta la vita è lontana
dietro i monti giallastri e la bruma,
nel vegetar quotidiano
a lingua straniera il ciel s’apre
straniero, e la triste bontà.


luglio 1935


FIORE RECISO


Vorrei esser con te sulla riva
dove ti ho conosciuta
e dipingendo il tuo viso
ho mutato la mia vita.

Danzando con te si scopriva
l'anima sprovveduta
e mi tremava in un riso
tuo, di gioia spaurita.

Da questa chiusa afa estiva
tre anni di vita perduta
lontano dal tuo paradiso
e dalla tua bocca smarrita;

la vita che si apriva
nostra, non anco goduta
come un bocciuolo reciso
è stata, ed ecco, è svanita.



luglio 1935

BELLEZZE SOGNATE


Alte gridano in volo
le rondini al tramonto, e forse azzurro
è il cielo e rosa
e forse brilla già la prima stella:
bellezze immaginate
non fate troppa guerra a me qui solo.

Tu, di memoria canto,
amoroso sussurro,
soave grazia in voce dolorosa,
se cerchi per amore la mia cella,
al di qua delle grate
porta conforto, non vano rimpianto.

Cos'altro posso chiedere al destino?
Ho visto albe e tramonti e boschi e estati,
ho disegnato sulla neve
con un bastoncello leggero,
e mi pareva breve
ogni ora definitiva.

Per un raggio di sole giaccio ozioso
come un antico fiume
sull'erba stenta della fetta d'aria.
Formica solitaria
s'aggira fra le stipe
e i sassi rossi e bianchi, sopra il muro
s'allarga il cielo e il suo felice lume.
Forse di là colline dolci, ripe
piene di fiori; o oscuro
desiderio del tuo viso amoroso,
di te, che sei più varia
e vera della vita. Come piume
le nubi van pel cielo, e l'impietoso
sole di maggio splende.

Scamperò da questa cella
rivedrò la prima stella
salirò sugli alti luoghi
degli antichi sacrifici
passerò senza la manna
i deserti dei mendici
lascierò qui quest'arsura
per un'altra, sull'altura


luglio 1935


ETERNE LONTANANZE


Suonano le campane
per qualche santo che non conosco
in queste ore certamente sante,
e il suono arido per la campagna
si sparge senza risonanze
tra la paglia bruciata, tra le piante
che non san fare un bosco,
si perde per le valli malsane,
e con l’umile terra esso si lagna
paziente, delle eterne lontananze.


settembre 1935


FUOCO

Mobile fiamma, rossa brace
fumo di ginepro odoroso
rallegrano il cuore autunnale
la nebbia delle valli e la distanza.

D'assenza è fatta la pace
di privazione il riposo
il tempo non conta che avanza
senza la falce, uguale.

Dal mondo reclusa stanza
l'altrove, il lontano pur vale
se il fuoco, segno amoroso
langue costretto e tace.


ottobre 1935

In queste terre nascoste
le tragedie non han palchi,
ma umilmente composte
si recitano in silenzio.

Come un'ignota sorpresa
posa la primavera
sull'arida distesa
un verde imprevedibile:

lontano dai sentimenti
il largo volo dei falchi
svolge sul ritmo dei venti
un libero arabesco.


marzo 1936

M'avete fatto umano
baci dolenti, terre nascoste
dove un dolore antico
era prima del mio arrivo.

Come un classico dio mendico
sono stato in mezzo al grano
povero e alle scomposte
colline del grigio ulivo;

secoli di pene imposte
e di desiderio vano
sul biondo tuo viso amico
come in quei monti scoprivo

che un egoismo lontano
arse paterno e passivo
spogliando d'erbe l'aprico
terreno e le tenere coste.

Alle offerte senza risposte
so solo rispondere, e dico
parole che apran l'arcano
grembo del fonte vivo.


luglio 1936

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