Vivere
L’esistere del mondo stamattina
è bellicoso e imbarazzante. Vedo
un fuoco di gerani sul balcone.
E quei ragazzi, giù in strada. E le case
che stanno enormi contro il cielo torrido.
Ma tutta la mia vecchia città, credo,
ride orgogliosa come una bambina.
Io no. Io sono disarmato, e siedo,
e scrivo, e guardo come stranamente
questa lama m’insanguini la mano.
Altra ferocia, penso; inoffensivo
è solo il boia. Tutto il resto uccide.
Il corpo a corpo con il tricolore
fu nella chiesa. Una bandiera non è
mai così linda come su una bara,
inamidata come il tuo colletto.
Mi ci tengo stretto. Ho cinque anni.
Sto a cavalcioni sulle tue spalle,
scrivo sulla tua testa una poesia
col dito. Vuoi saperla? Te la dico
altrimenti non la leggerai mai.
La leggo bene perché non so leggere.
Sorridi (non ti vedo ma lo so),
mi chiedi di copiartela su un foglio.
Mentre mi calo capisco che è
un trucco. Troppo tardi. La bandiera
ti era planata addosso, dove c’era
il tuo sorriso indovinato vedevo
le quattro repubbliche marinare,
in una delle quattro finestrine
c’era un leone con un libro in mano.
da Come sarei felice. Storia con padre, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2019
Tutti i segreti morti con te
non sono mai vissuti. Sapevi
tenerli. Non li sapevi. Nessuno mai
ha sospettato che tu potessi tradirli:
neanche tu.
Solo questi segreti
si tramandano
tra le righe di un testamento
impugnato.
Fidati di me.
Non ti tradirò mai abbastanza.
da Come sarei felice - Storia con padre, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2019
Sei tornato. Non eri mai davvero
morto. Era un trucco. Ti eri imbarcato
su un mercantile, di nascosto
o in borghese. Lunghe conversazioni
con i topi. Finalmente sbarcavi
a lume di luna
in una rada bianca. Vedevi un mulo
dritto e fetente sui sassi e un ovile
dove dormivi. Eri ancora
vivo, mangiavi fette di pecorino,
olio, ceci. Così
per due mesi. Poi un uomo
senza cappello era venuto a prenderti
e ti aveva condotto al mercato o suk
di un villaggio puramente nominale.
Era una cosa improvvisata.
Vendevano separatamente cavalli,
selle, speroni, e biada che contrattavano
a lungo sottovoce, non si sa (non si sapeva)
come campi questa gente. Le donne
se la prendevano comoda a friggere
dolci di farro sulle porte. Lusso
calma voluttà: calma! Noi non
ti mancavamo ancora e comunque non capivi
cosa si volesse da te e chiedevi solamente
un po’ di carne e del vino, ma non ne hai
chiesti. Ma
proseguiamo. Venne sera. L’uomo
venne a riprenderti, ora aveva
un feltro grigio con sopra una piuma
azzurra. Hai seguito
il tonfo dei suoi passi
finché non è scomparso oltre il cancello.
Durante la tua assenza
l’ovile era stato pulito
ed era questa pulizia, la morte.
da Come sarei felice - Storia con padre, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2019
Sono il figlio o la pietra con il tuo nome,
il portavoce del tuo silenzio, padre, ancora
sveglio tra le lenzuola fredde di questa
notte di padri che appaiono ai figli e nei figli
e figli ai padri e nei padri,
notte di guardie e di ladri.
Sono non so se non me, o non te, o non so che.
Mi stringo a un corpo di carne non tua che
si stringe a un corpo di carne non mia, ma ti ho
stretto tante di quelle volte quando parlo
che il tuo vuoto mi vuole
il freddo mi sembra saldo.
Mi compaiono accanto il foglio e la penna
e scrivo il nostro nome: ma scompare
come pietra nel mare.
Con la barchetta di carta,
col nero remo di carne,
riprendo a navigare.
da Come sarei felice - Storia con padre, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2019
Lettera a mia madre
Non preoccuparti troppo se - lontano
da te e da tutto - m'allontano un poco
da me stesso. E' come se, d'inverno,
in viaggio per una delle nostre valli
da molto tempo non più nostre,d'un tratto
innamorandomi della neve fresca
mi lasciassi dietro il mio sentiero
per un altro sentiero e un altro sentiero,
scendendo in diagonale, poi in verticale
per i valloni, chiamando, rovinando nel
silenzio mortale che separa
i pini;
scivolando capitombolando lungo
uno specchio concavo di mille cristalli
distinti indistinguibili dimenticassi
il mio nome... Ma questo è impossibile.
dunque non preoccuparti, sto vicino
a me, a te, a tutto - e a tutto il resto -
più di quanto non credi: Il solo bianco
che io esplori è quello della pagina,
e questi versi l'unico gennaio.
da Come sarei felice - Storia con padre, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2019