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Beato chi semplice vive

 

Beato il contadino,
lui lavora il campo che brilla,
nel cielo che fa festa;
beato il navigante,
lui tranquillo aspetta sulla prua
che il delfino innocente si avvicini.
Beato chi vive come il fiume
secondo che dice natura.
Beato chi semplice vive 
felice per un cibo profumato
dopo la fatica del giorno.
Beato l'umile che sorride
per un'altra sera
che gli è dato di vedere,
e la notte immensa l'avvolge
e l'inonda di serena speranza.



Niente è cambiato

 

Niente è cambiato dacché sei morta,
a Vezzano la domenica si sentono chiari i rumori,
tra le bianche ghiaie scorre la Magra,
i soliti vecchi seduti
nella piazza folta di case

raschiano qualche parola 
e batton sulle pietre il bastone
e i treni fumano laggiù nella valle
snodandosi verso Viareggio
che al mare occhieggia colore di perla.

Niente è cambiato dacchè sei morta
soltanto nella chiesa
tra i neri scialli delle popolane
non brillano più
 i tuoi capelli bianchi

Arei voluto essere ricco e forte 
perché ti sentissi con me protetta,
ero forte solo di pensieri, 
ricco solo d'amore,
avevo potere di cantare gli accesi sentimenti,

i ricordi che si avanzano
come lo schiocco delle artiglierie di soldati vittoriosi.
Sapevi com'ero fatto
e sorridevi e avevi timore del mio coraggio.

Ora sei morta,
e ora, o veramente mia,
chi come me ti immagina, ti vede, ti ama?

Come te odo, giudico, perdono,
a e le tue parole, il tuo accento,
il garbo delle tue sottigliezze
sono la musica che mi accompagna.




Quale natura è la mia
che mille passioni la agitano
e tristezza dolori serene gioie
nel cuore mi sento battere
e follia a volte
come fossi invasato da Furie?
Oh! Io non posso avere la pace
e baciando donne io già penso
alla mia umana poesia
e da esse lontano
lento desiderio sorge
e trema per ogni lembo di carne:
e odio improvviso contro non degni nemici
e volontà di far pace e tutti amare
e lente tristezze come fossi
in un deserto paese sperduto.
Ed anche vorrei che un pesante sonno
mi comprimesse in ogni membro
e mai più potessi
aprire gli occhi al mondo;
ma niente posso e incatenato cammino
chiedendo amore e pace.

Io ho un dinghy

 

C'è una maniera per godersi
tutta la costa, la "bellezza
panica" della Versilia?
controllare se è ancora una
stella? La maniera ci sarebbe.
Ci vuole un gozzo, una barchetta
a vela. Io ho un dinghy. Facile
spingersi al largo: non troppo,
un po' meno di un miglio.
Tutto ritorna puro, spariscono i
casermoni, il traffico, l'incubo
dell'inflazione: le pinete invece
sfumano ancora verso il cielo il
loro verde.
Si deve scegliere una mattina
col mare calmo, spira un leggero
maestrale. Si naviga: nessuna
fatica, un fruscio di acqua sulla
prua. Uno se ne sta al timone e
si abbandona.
Che posso volere di più?
Ho tempo a disposizione, il
maestrale mi porta verso Torre
del Lago e io gli porgo la vela.
Perché affannarsi alle manovre?
Bordeggiando poi tornerò
indietro.

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