HOME   /  LA POESIA CONTEMPORANEA   /  Giorgio Manacorda

Scrivo per te, mia amata

 

1.

Scrivo per te, mia amata. Io ti scrivo
dal futuro che non abbiamo avuto,
guardo il mare, la tua torre, il tempo,
l'isolotto, i monti che a raggiera
calano nelle acque con le loro
molli gobbe preistoriche
e nulla è cambiato, è tutto fermo lì,
ogni scaglia di quel drago silente
brilla e si staglia al vento netta in cielo,
ma la strapazza il mare, ed ogni pietra
ne trae sollievo prima di affrontare
una giornata asciutta e disperata.

Ah, se sapessi scrivere l'assenza
io piccolo e sfrontato ti darei
nuovamente la vita per toccarti
un poco con la punta delle dita.

 

 

 

 

*

 

 

 

Scrivo ancora per te

 

1.

Scrivo ancora per te mia amata, scrivo

se apro una finestra e vedo fuori
la nebbia che si leva all'orizzonte,
ha un colore più tenue dove l'aria
va nel mondo dell'acqua: lì nel taglio
morivano balene e nei sargassi
le navi, ora la nebbia li raccoglie
e forse li consola i marinai
del passato, le loro avventure,
i corpi al mare e il sangue sulle vele,
lo scòrbuto e il silenzio, i grandi spazi
senza gabbiani e senza più la pesca
miracolosa, solo vecchi scafi
rugginosi tra i rovi del costone,
e non so più se è il vento o quel mare
se limaccioso, sabbie, pietre, spiagge
o profondo e roccioso, nero, se è il vento
che apre tutte le scogliere e batte
quelle carene d'assi e d'animali
o le addormenta e liscia, il vento oggi
non è violento e ancora vedo fuori
il piccolo paese medievale
o, fra i rovi, la spiaggia con le barche
e un uomo con la testa tra le mani,
e una donna, te, cui ancora scrivo.

 

 

 

 

 

[ Poesie tratte da Scrivo per te, mia amata e altre poesie (1974-2007), Libri Scheiwiller ]

 

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