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dal 27 ottobre al 1 novembre ( Roma - Teatro Le Sedie )
"pasolini's"
di e con Enrico Papa
e con Giovanni Bocci (voce/tromba), Luca Menicucci (chitarra), Violetta Sala (flauto). Con la partecipazione di Silvio Parrello (Er Pecetto-ex ragazzo di vita) , Gino Scarano barbiere -musicista del Quadraro , Mario Trombini detto "Cafesito" (ballerino del Pigneto)
Per ricordare Pasolini, nel quarantennale della sua scomparsa, Enrico Papa toglie le sovrastrutture che si sono sedimentate negli anni, alimentando un mito di Pasolini buono per tutte le bandiere e tutte le stagioni. PASOLINI'S potrebbe anche essere una rivista d’avanspettacolo che ricerca con forza il lato popolare di Pasolini, quel suo mondo di periferia e di emarginati che appare per lampi immaginifici rivoltando l’estetica del Novecento italiano.
SETTIMANA PASOLINIANA
Sei appuntamenti pomeridiani (feriali 18.30, festivo 15.30) con il cinema di Pasolini: con il commento di Luciano Muratori, Michele Placido, Marianne Renoir, Andrea Pergolari.
27 ottobre: Accattone (1960); 28 ottobre: Il Vangelo secondo Matteo (1964); 29 ottobre: La ricotta (1963), La terra vista dalla luna (1966), Che cosa sono le nuvole? (1967); 30 ottobre: Edipo re (1967);
1 ottobre: Porcile (1969); 1 novembre: Il fiore delle mille e una notte (1974).
PASOLINI PITTORE
In contemporanea con la settimana pasoliniana saranno in mostra i dipinti di Pasolini (riprodotte circa 40 opere) a cura di Stefania Minnucci
Amado mio è un racconto compiuto, oggettivato in terza persona, in cui si racconta di una vacanza, di un amore consumato in pochi giorni tra balli e spiagge selvatiche. Un amore che si conclude con la promessa di rivedersi l’anno dopo, sulle medesime spiagge per amarsi ancora una volta.
" Io sostenevo che sarei stata il bastone della sua vecchiaia e lui sosteneva che sarei diventata la 'spalla' della sua vecchiaia...Ci piaceva una canzone 'Amado mio'...Lo facevo ridere...Era un uomo braccato, respinto, schedato...Era un uomo assetato d'amore" (Laura Betti)
LUCIANO MURATORI legge PASOLINI
PASOLINI'S... “ I RESTI DELLA FESTA”
Nero integrale il delizioso teatrino Le Sedie. A contrastare il buio monocromatico palloncini sgonfi e stelle filanti sfatte, festoni multicolori al soffitto e bagliori da sfere cangianti. In una periferia qualsiasi di un qualsiasi paese un’orchestrina sul palco echeggia malinconica il morire di una festa che non vuole spegnersi (come fa una vita che si trascina languendo). Solitaria, addossata alla parete, scarsamente illuminata, una figura emerge a tratti con pudore. Un’anima esclusa dalla “festa”, dalla forzosa ricerca di oblio e distrazione, si affaccia in una confessione ininterrotta, tra dolore ed entusiasmi, dolcezze e disperazione in un’atmosfera magica creata dall’intreccio tra parola e musica. E una sensazione di vertigine di compassione – nel senso etimologico del termine – si dilata accomunando il pubblico mentre accoglie un invito, quello di affacciarci sull’abisso di un’intimita’ che si spalanca indifesa e fraterna. Intonazioni pascoliane riecheggiano mescolandosi ad una eco leopardiana in questo Pasolini lirico, inconsueto, tenero e crudele. Si svela cosi’ davanti a noi un’operazione raffinata nella sua estrema semplicita’, nella scenografia scarna e nella voluta emarginazione del protagonista che lascia tutto lo spazio del palco ai musicisti. Grande, intensa interpretazione di Enrico Papa, ideatore dello spettacolo, che ci regala uno sguardo diverso sul poeta e conquista una platea alla quale vengono concessi molteplici bis. Applausi ripetuti e a scena aperta all’attore e al complesso Le Nuvole Barocche (Giovanni Bocci – voce-tromba, Luca Menicucci – chitarra, Violetta Sala – flauto).
Carla dall'Ongaro
(Roma,1 Novembre 2015)