
canzoni di Enzo Jannacci | contaminazioni letterarie da Beppe Viola, Franco Loi, Giovanni Testori, Walter Valdi | di e con Stefano Orlandi | Massimo Betti chitarra | Loris Facchin fisarmonica | Stefano Fascioli contrabbasso | Produzione ATIR
Il Teatro Gerolamo, gioiello riportato allo splendore e alla sua funzione, raffinato nella sua semplicità, intimo e accogliente ha ospitato per tre giorni lo spettacolo "Roba minima, s'intend" un omaggio ad Enzo Jannacci e alla milanesità, un "Concerto MalinComico" come si autodefinisce. Bello l'incipit che avviene durante l'ingresso del pubblico in sala e che coglie gli attori-musicisti, di spalle, assistere alla proiezione del film "Romanzo popolare" di Monicelli la cui visione viene interrotta improvvisamente costringendo gli interpreti a dare inizio a presunte prove di spettacolo.
E da questo momento la girandola di canzoni e di testi incalza con ritmo regalandoci tutte le figure un po' surreali che hanno rappresentato gli eroi minimi delle ballate del cantautore, personaggi centrali inizialmente e poi ai margini di quella società che s'imponeva negli anni del boom con le sue regole crudeli, incurante verso il popolo dei semplici, degli ingenui, dei "puri", quelli appunto cantati da Jannacci, una schiera di balordi teneri e sognatori che ancora oggi ci conducono per mano in un mondo che vive ormai solo nel ricordo.
A spettacolo concluso il pubblico è stato gratificato e coinvolto con sua grande partecipazione e divertimento a fare da coro e ad intervenire in "Vengo anch'io, no tu no" e "Ho visto un re".
Applausi e sorrisi hanno salutato lo spettacolo, piacevole e intelligente.
Stefania Minnucci
Milano, 25 marzo 2018


