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Timoniere

 

Quindi andai da lui e gli dissi

Ti prego accosta a dritta

è quello l’arcipelago del cuore.

Mi guardò e sorrise,

mi diede un colpo sulla spalla,

invertì come un fulmine la rotta

e fuggimmo agli antipodi dell’isola

mettendo nelle vele molto vento.

Aveva al timone mani salde,

occhi acuti per tutto.

Isole, scogli, cuori.

Comunque ero caduto in tentazione.

Era questo lo scopo delle isole.

Nero su bianco

 

La penna non è stata posata sulla carta la carta

è ancora tutta bianca
bianca è la data
bianchi luogo ora

provenienza destinazione

perché percome

e quando chino sulla mia vita scrivo

l’atto di presenza
mi effondo mi circondo di parole

copro colmo comando
parole
l’assenza certifico
attesto la finzione.

Mio amore non credere

 

Mio amore non credere che oggi
il pianeta percorra un’altra orbita,
è lo stesso viaggio tra le vecchie
stazioni scolorite,
vi è sempre un passero sfrullante
nelle aiuole
un pensiero tenace nella mente.
Il tempo gira sul quadrante, giunge
un segno di nebbia sopra il pino
il mondo pende dalla parte del freddo.

Qui le briciole a terra, la brace del camino,

le ali,
le mani basse e intente.

 

(Lowonsford, 1952)

Niente

 

È questo che porti arrotolato con cura, piegato
in quattro, alla rinfusa sgualcito, spiegazzato

ficcato ovunque
negli angoli più oscuri.
Niente da dichiarare
niente
devi dire niente.
Il doganiere non ti capirebbe.
La memoria è sempre contrabbando.

Il sei luglio alle cinque del mattino
il tram a vapore partito per Messina
emise dall’imbuto fumo
faville e un lungo fischio,
appena nato girai la testa
verso quel primo saluto della vita.
Appartengo a una razza
bisognosa d’auguri
mi dolgo di non potere
stringermi la destra con la destra
baciarmi le guance
quando una volta l’anno
mi scorre accanto zampettando all’alba
l’acquatico figlio della luna
che porta la mia sorte sigillata
nel pentagono della sua corazza.

Moristi nel marzo ventidue


Moristi nel marzo ventidue

non ti conobbi nacqui
quattro mesi dopo
per te lontano inerte sconosciuto
la mia pietà s’inceppa
un amore astratto
mi mette in moto fredde fantasie
parto dalle zone scure della foto
occhi baffi capelli color seppia.

Creazione

 

In quel muro in quel foglio

nell’area bianca che la tua mano cerca

il mignolo bagnato nell’inchiostro

sopra strisciato con fiducia

azzurro corso d’acqua rapinoso

vena arteria in cui scorre

a occhi chiusi il mondo.

Al mattino
 
Addosso mi drappeggio
un manto imperiale
passeggio lungo l’orlo
di lucide follie
accarezzo i fianchi
di delizie perfette
fra i lenzuoli al mattino
nuotando nell’atlantico del letto.

Il senso giusto

 

Tutto quello che passa
per le tue mani
ha una dolce impronta
un senso giusto
un sapore di semi
si riscatta dall'onta
del suo essere plumbeo
ogni ruga si spiana
sull'arco della fronte
chi da te si diparte
a te ritorna
come un pane sparito
rifiorito nel forno

La Divina Commedia 

      (testo integrale)

LUIGI PIRANDELLO

PIER PAOLO PASOLINI

"pasolini's"

EUGENIO MONTALE

Io e Montale ...oltre la parola

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...io so' uno che sdrammatizza sempre tutto. Non sono come quelli che c'hanno "er problema centrale", che se straziano, che se buttano per terra. Faccio il mio mestiere cosi'... anche con una certa leggerezza.

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La morte mi affascina.

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