Temere, avendo così tanto amato il film, di subire una cocente delusione dall’allestimento in musical di Billy Elliott portato in scena al teatro Erkel di Budapest con la produzione del Teatro dell’Opera ungherese era forte e palpabile. E invece altrettanto lo è stata la sorpresa e l’entusiasmo che vibrando nell’aria, elettrica come la vitalità di Billy, ci hanno coinvolti con tutta la comunità festante e partecipe degli spettatori insieme ai quali abbiamo riso, ci siamo commossi e abbiamo applaudito al ritmo della musica di Elton John.
Spettacolo rigorosissimo, rutilante, intelligente e ricco di invenzioni, assecondato da un cast numeroso e tecnicamente preparato in tutte le discipline richieste dal musical, puntuale in ogni aspetto: dai molteplici “quadri” dalle scenografie suggestive di István Szlávik, alle coreografie impeccabili di Tihanyi Ákos e Szikora Boglárka, il tutto orchestrato dalla regia intransigente di Szirtes Tamás.
Con forza maggiore rispetto al film questa messa in scena indica il sentiero da percorrere, quello che conduce alla ricerca della propria individualità, al rispetto per la singolarità del propria essenza, all’esaltazione e affermazione delle proprie inclinazioni innalzando, soprattutto, un inno al potere liberatorio e rivoluzionario dell’arte.
La lingua ungherese contribuisce ad accrescere il fascino di questa storia dal grigio, fumoso fondale minerario inglese, metafora della vita, donandole un respiro universale, favolistico ed allegorico.
La fedeltà a se stessi è il talismano segreto che apre le porte a una vita pienamente realizzata.
Pubblico entusiasta, applausi fragorosi al ritmo della musica per invitare gli artisti a donarsi ancora.
Noi… non abbiamo resistito al richiamo del matinée successivo !
sm
Budapest, 12 luglio 2018