Come cercare di reinventarsi un marito, plasmandolo secondo le proprie aspirazioni.
Quante maschere indossiamo ? Quante maschere di noi vedono gli altri ? Quale forma ci cuciamo, quale altra ci cuciono addosso ? Pirandello ? No, Eric-Emmanuel Schmitt e i ruoli nel matrimonio: in questo caso “gli altri” sono rappresentati dal rispettivo coniuge che proietta sul marito (o sulla moglie) le proprie angosce, i desideri delusi, le aspirazioni tradite.
“Piccoli crimini coniugali” è questo: la schermaglia verbalmente tenera talora, verbalmente feroce più spesso in un interno familiare che rivela di essere stato un infido campo di battaglia per troppi anni, nascondendo trappole e insidie, terreno di guerra sotterranea nella quale i contendenti sferravano colpi a base di menzogne.
La situazione paradossale, scatenata da un banale incidente domestico che in realtà si rivela essere né banale né incidente, porta ad uno “svelamento” a se stesso, ancor prima che all’altro, dei due avversari.
Attraverso un dialogo serrato nel quale il gioco di rivalsa passa sempre “di mano” le verità giungono progressivamente a galla a sorprendere e a sorprenderci.
Il centro da cui scaturisce il dramma risiede nel terrore di lei di essere abbandonata per una donna più giovane, la paura del rifiuto e dell’abbandono da parte di questo marito tanto visceralmente amato quanto vissuto come assente.
Quindici anni di matrimonio di assoluta infedeltà spirituale da parte di entrambi sembrano però poter ricomporsi nella scena finale che porta la promessa di un nuovo inizio sulla base di un riconoscimento corrisposto ed una accettazione delle reciproche fragilità.
In forma smagliante, fisica e interpretativa, Michele Placido e Anna Bonaiuto, aderenti ai personaggi rappresentati, coinvolgono, inquietano e divertono.
In uno splendido piccolo teatro, mentre fuori infuriava “Buran bis”, abbiamo trovato riparo nel godimento di uno spettacolo che ha offerto spunti di riflessione e divertimento al tempo stesso.
Teatro gremito da un pubblico entusiasta che ha tributato lunghissimi applausi richiamando in scena più volte gli attori.
Scrive Pirandello : ” Le donne non possono farne a meno: per istinto, vogliono piacere. Han bisogno d’esser desiderate, le donne.” (da Acqua amara - Novelle per un anno)
Ecco, il succo. Che gli uomini lo ricordino.
Stefania Minnucci
Carpi 18 marzo 2018